mercoledì 29 settembre 2010

SALVAGUARDIA EQUILIBRI DI BILANCIO:

“L’IMPORTANZA DELLE FONTI IN ENTRATA RISPETTO AL PATTO DI STABILITA’”

Entro il 30 settembre di ogni anno l’Ente locale deve effettuare un ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e la verifica del permanere degli equilibri di bilancio dell’esercizio in corso.
Nella seduta del consiglio comunale di ieri 28 settembre dalla deliberazione e dai suoi allegati è emerso che il documento più importante sul quale basare importanti considerazioni politiche non riguardava tanto i poco significativi spostamenti di risorse economiche, ma quanto l’attenzione ai rigidi limiti imposti dal Patto di stabilità.
Patto di stabilità che attanaglia Amministratori pubblici di tutti i partiti politici, ma che incuriosisce altresì i tanti cittadini che chiedono come funziona per capirne le difficoltà nella gestione di un bilancio di un ente locale.
Per chiarire le idee ai nostri cittadini dobbiamo fargli comprendere come l’obiettivo del Patto di stabilità sia la derivazione di un saldo tra entrate ed uscite correnti in termini di competenza quindi accertate ed impegnate e entrate ed uscite effettivamente incassate e liquidate per effettuare investimenti.
L’amministrazione comunale per tale motivo si trova a fare da subito una scelta importante, o agire sulla gestione corrente o agire sul lato degli investimenti, consapevoli che poi le entrate sia correnti che per investimenti dovranno effettivamente realizzarsi.
Da questa premessa di carattere generale, l’Amministrazione comunale ha dalla sua parte il fatto di aver approvato il bilancio di previsione 2009 prima del 10 marzo di quel anno per cui può escludere dal patto determinate entrate straordinarie quali l’alienazione del patrimonio immobiliare, la cessione di quote azionarie e/o dividenti straordinari da società quotate sui mercati regolamentati.
Questo per mostrare come in questi ultime sessioni di consiglio comunale spesso si è aggiornato l’elenco dei beni immobili di proprietà comunale posti in vendita.
Il Partito democratico ha affrontato questo aspetto con molta attenzione ponendo rilievo a due aspetti principali.
Il primo di essi riguarda la storia e l’utilità di questi immobili per il comune che potrebbe portare ancora benefici per il futuro, il secondo è il valore di mercato ad essi assegnato che per riversarsi in un acquisto vero e proprio debba essere effettivamente congruo all’andamento del mercato immobiliare odierno.
Dalle entrate straordinarie fuori dal patto di stabilità, parliamo poi di come dall’allegato 5 si evince che l’amministrazione comunale per rispettare i dettami legislativi abbia previsto una contrazione della spesa corrente per far strada agli investimenti proprio in virtù di quel saldo meramente algebrico da rispettare rispetto al consuntivo 2007.
Investimenti ritenuti priorità per l’Amministrazione comunale e che i cittadini richiedono con forza per infrastrutture scolastiche, manutenzione e sicurezza stradale.
Per quanto riguarda le infrastrutture scolastiche dopo le diverse visioni tra maggioranza ed opposizione ritengo opportuno seguire non tanto le divergenze, ma le effettive esigenze della popolazione poiché dal dibattito è emerso che il problema è sentito da tutti i partiti seduti in consiglio comunale.
Questo per affermare la necessità che sia il Partito democratico prima che il Pdl ieri hanno richiesto di convocare un apposito consiglio comunale per discutere di tale problematica e capire dove dirigere le risorse a disposizione per il futuro.
Anche in questo caso però il Partito democratico evidenzia come non sia la sola vendita del patrimonio comunale a permettere l’effettuazione di investimenti, anche se agevolata dalle regole del patto, ma vi sia da effettuare un’importante riflessione su indebitamento ed oneri di urbanizzazione.
Indebitamento che negli anni ha visto l’accensione di numerosi mutui per i quali oggi siamo limitati nell’accenderne dei nuovi nel rispetto dei vincoli legislativi.
Per tale motivo sarebbe opportuno pensare ad un rinegoziazione dei tassi che risultano essere molto elevati soprattutto per quelli accesi a partire dagli anni 2001.
Da eventuali economie di spesa per interessi quindi potrebbe crescere il margine di indebitamento in favore di nuovi investimenti coniugando a proposito il giusto mix tra alienazione di beni patrimoniali e nuovi mutui.
Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, la considerazione da condividere è quella che emerge dall’allegato 5 dove si afferma che per il raggiungimento del patto di stabilità occorre che vi sia la piena realizzazione degli oneri di urbanizzazione e del contributo di miglioria, come a dire attenzione che ad oggi lo sviluppo urbanistico non è più come quello degli anni precedenti.
Quindi utilizziamo il criterio della prudenza per iscrivere le somme che effettivamente potranno essere incassate secondo un programma dettato anche dalle previsioni di mercato per il futuro.

SIMONE PUGNALONI
Consigliere comunale PD
Vicepresidente Commissione attività produttive

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